PLAYING WITH STOCK
di AELIN QUAN e CHLOE GAUNTLEY
Inaugurazione Venerdi 3 giugno ORE 22.30 (orario italiano)
Di solito un vernissage viene commentato intitolando l'articolo con i nomi degli artisti che espongono. Stavolta il vostro cronista intende fare un'eccezione, citando nell'intestazione la gallerista che ospita la mostra; la ragione è da ricercarsi nell'atteso ritorno, dopo un periodo di assenza, della galleria di Arte Libera, totalmente rinnovata nella location e nella struttura, grazie alla tenacia e alla passione di Simba Schumann, sua ideatrice ed anima storica.
E veniamo alle artiste che espongono: si tratta della belga Aelin Quan e della turco-inglese Chloe Gauntley, accomunate dal medesimo linguaggio artistico, fatto di contaminazioni tra reale e virtuale realizzate mediante un sapiente e raffinato lavoro di manipolazione digitale e di integrazione tra fotografia d'archivio, materiale di Second Life, pittura e disegno. Il risultato è uno stupefacente e visionario mix bidimensionale giocato sui temi dell'immaginazione e della fantasia, con tratti di tenera poesia venata di oniriche suggestioni e romantiche inquietudini.
Non mancano "citazioni" di scuole e periodi artistici, dalla pittura italiana del periodo rinascimentale ai fiamminghi, dall'impressionismo al surrealismo, ma, ammirando opere come queste, non si avverte più la frammentarietà del materiale di origine nè dell'ispirazione stilistica, poiché tutto viene fuso in un unicum organico e dotato di una singolare coerenza estetica, così come, nelle profondità del nostro animo, emozioni e sentimenti riescono a miscelare sogno e realtà, immaginazione e memoria, speranza e certezza.
Una considerazione finale, del tutto personale: ci si potrebbe chiedere come mai una galleria d'arte, destinata ad occupare nel tempo un preciso luogo fisico e che ospita anche una sezione permanente, possa essere definita dalla stessa Simba "galleria gitana", con un termine che evoca provvisorietà, percorsi itineranti, ricerca continua di nuovi spazi. Ma basta guardarsi intorno per capire che la contraddizione è solo apparente: non ci sono pareti ad imprigionarla, ma solo leggere cortine increspate dal vento; non c'è un tetto a ricoprirla, ma solo il cielo sempre limpido del Metaverso; non basta camminare per visitarla, ma bisogna salire, scendere, esplorare, scoprire passaggi e percorsi. Tutto è aperto, visibile, solare, in una parola: libero. Metafora di un continuo work in progress senza compromessi o costrizioni, emblema di un cammino "open air" che rispecchia lo spirito gitano di Simba.
E proprio a lei, al termine del vernissage, ho chiesto conferma di questa mia intuizione. Mi ha risposto con un sorriso, indicandomi con lo sguardo una sagoma scura in lontananza. Manovrando lo zoom ho visto, in fondo al prato che circonda la galleria, un carrozzone che sonnecchiava sornione, fermo e tranquillo ma pronto ad affrontare nuovi spazi dell'arte, nuovi sentieri della cultura, nuove strade della conoscenza.
Pinovit Pinion
Arte Libera, Emerald Resort 1 (177, 141, 60)
Una considerazione finale, del tutto personale: ci si potrebbe chiedere come mai una galleria d'arte, destinata ad occupare nel tempo un preciso luogo fisico e che ospita anche una sezione permanente, possa essere definita dalla stessa Simba "galleria gitana", con un termine che evoca provvisorietà, percorsi itineranti, ricerca continua di nuovi spazi. Ma basta guardarsi intorno per capire che la contraddizione è solo apparente: non ci sono pareti ad imprigionarla, ma solo leggere cortine increspate dal vento; non c'è un tetto a ricoprirla, ma solo il cielo sempre limpido del Metaverso; non basta camminare per visitarla, ma bisogna salire, scendere, esplorare, scoprire passaggi e percorsi. Tutto è aperto, visibile, solare, in una parola: libero. Metafora di un continuo work in progress senza compromessi o costrizioni, emblema di un cammino "open air" che rispecchia lo spirito gitano di Simba.
E proprio a lei, al termine del vernissage, ho chiesto conferma di questa mia intuizione. Mi ha risposto con un sorriso, indicandomi con lo sguardo una sagoma scura in lontananza. Manovrando lo zoom ho visto, in fondo al prato che circonda la galleria, un carrozzone che sonnecchiava sornione, fermo e tranquillo ma pronto ad affrontare nuovi spazi dell'arte, nuovi sentieri della cultura, nuove strade della conoscenza.
Pinovit Pinion
Arte Libera, Emerald Resort 1 (177, 141, 60)
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