di Shellina Winkler e Mistero Hifeng
http://maps.secondlife.com/secondlife/Imparafacile/93/75/1252
In questa mostra Mistero ritrae la scacchiera e le pedine trasfigurandole in una sorta di surreale dimensione onirica, permeata di inquietanti suggestioni quasi psicanalitiche.
Il messaggio artistico di Shellina, da lei - come suo solito - celato nemmeno tanto velatamente nel titolo dell'opera - è la volontà, se non addirittura la necessità estetica e morale, di rompere gli schemi precostituiti ed infrangere le opprimenti imposizioni del vivere comune. Ebbene, quale metafora migliore della scacchiera per simboleggiare le regole con cui l'umanità ha imprigionato se stessa in un rigido ed autoreferenziale cerimoniale?
Di scacchiere, Shellina ne crea addirittura due. La prima, in piano, ne subisce in pieno la ribelle insofferenza: la forza del pensiero, vivificata dall'ispirazione artistica, riesce a sconvolgere le monotone geometrie euclidee e – di conseguenza - le scontate convenzioni sociali e culturali. La scacchiera risulta così distorta nei suoi tratti strutturali ed alterata nei suoi presupposti logici. I quadrati bianchi e neri, privati della loro conseguenzialità preordinata, si incurvano, si flettono, si intrecciano nella tormentosa ed improbabile ricerca di nuovi equilibri; così, in una sorta di rivisitazione post-moderna e digitale della optical art, ciò che è statico diventa dinamico, ciò che è fisso diviene mutevole, e ciò che è certo diventa illusorio, ricordandoci che l'arte è come la natura, insofferente a classificazioni e rigidi schematismi.
Ma c'è un'altra scacchiera, verticale e perpendicolare alla prima. Una scacchiera in una posizione, quindi, innaturale e non consona alla sua funzione. Una scacchiera "impossibile". Ma, paradossalmente, proprio su di questa gli scacchi "prigionieri" continuano a muoversi meccanicamente, autonomamente, schiavi ancora delle regole del gioco; un gioco assurdo ed impossibile, un gioco che invece è stato fatale per gli scacchi ribelli che hanno osato trasgredire ed hanno pagato a caro prezzo la loro voglia di libertà.
Un'installazione, insomma, imponente e ricca di simboli e significati, intelligentemente concepita e magistralmente realizzata. Da vedere e - soprattutto - da vivere.Pinovit Pinion
Ringrazio Pauline Tunwarm che mi ha fornito qualcuna delle foto che ho pubblicato. Anche lei ha parlato dell'evento sul suo bello e poetico blog. Vi consiglio una visita:
http://overdreamsland.wordpress.com/2011/07/19/the-chess-revolution/
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